Memorie di uno psicopatico, finora inedito in Italia, è la prima opera di Venedikt Erofeev (1938-1990) di cui si abbia traccia. A lungo creduti persi, questi diari sono stati pubblicati in Russia soltanto a partire dai primi anni Duemila. In queste Memorie, costellate da citazioni, riferimenti alla società sovietica e da generi letterari diversi, si delinea sempre più il personaggio dell’autore, lo stesso alter ego che qualche anno più tardi sarà al centro del poema caposaldo del Postmodernismo russo, e cioè Mosca-Petuški. A soli diciott’anni, la voce del giovane Venedikt è già irriverente, inquieta, sognante e allo stesso tempo lucida, cinica e raziocinante. L’alcol, la follia, il suicidio, la tragedia umana: tutto il mondo circostante ci viene raccontato attraverso lo sguardo del giovane Erofeev, che, sempre diviso tra la ricerca di un’elevazione e la celebrazione di ciò che è reietto, lo esamina minuziosamente per restituircene una brillante e inaspettata visione.
Lidia Perri
Lidia Perri