Guido Nobili, fiorentino DOC, nacque nella Città gigliata il 7 Dicembre del 1850, in una famiglia di estrazione altoborghese residente nella storica Piazza di Barbano, quella stessa piazza che il 27 Aprile del 1859 vide scoppiare quei moti, abilmente orchestrati dai Savoia e da personaggi come Bettino Ricasoli e Ubaldino Peruzzi, che portarono alla cacciata del Granduca Leopoldo II° e all'annessione della Toscana al Regno d'Italia. Piazza che, in seguito all'unità nazionale, venne ribattezzata - come tutt'oggi si chiama - dell'Indipendenza. La famiglia Nobili partecipò attivamente alla pianificazione e all'organizzazione di detti moti insurrezionali, un'esperienza che il giovane Guido, che allora aveva nove anni, visse da testimone oculare e che segnò profondamente la sua personalità e il suo futuro pensiero politico. Sua madre, Elena Pasqui, affermata pittrice, cucì personalmente quella prima bandiera tricolore che, opportunamente sventolata da una finestra dell'abitazione di famiglia, dette formalmente il via all'"insurrezione" di un manipolo di Carabinieri Reali appositamente inviati da Torino e travestiti da popolani fiorentini, mentre l'autentico popolo fiorentino, all'oscuro di tali trame, assisteva agli eventi con un misto di curiosità e distacco. Dopo la pubblicazione di una serie di pamphlet e scritti polemici e politici, dette alle stampe nel 1906 il romanzo Senza bussola!... Vita vissuta. Tuttavia, il frutto più significativo della sua produzione letteraria fu il lungo romanzo autobiografico intitolato Memorie lontane, pubblicato postumo alla fine del 1916, pochi mesi dopo la morte dell'autore. In quest'opera, rievocando con lo sguardo ironicamente distante dell'uomo maturo le esperienze vissute da fanciullo, Nobili riuscì a coniugare tutto il suo amore e il suo attaccamento a Firenze e alla Toscana (da egli in fondo vista e sentita quale sua vera Patria), la ricostruzione di complesse vicende familiari, l'innamoramento giovanile per Filli, una bellissima vicina di casa figlia di emigrati greci, e il turbolento contesto storico-politico risorgimentale da lui vissuto con occhi di bambino, in una narrazione nostalgica di un tempo che fu, permeata da un sotterraneo senso di delusione storica ed esistenziale.
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