Muovendosi tra dimensioni umane e sociali e lambendo versanti politici e geopolitici, questo libro offre un biglietto per un viaggio da vertigine sulle "montagne russe" dei paradossi messicani. Un repentino, brusco rimbalzo tra estremi di bellezza ed eccessi di violenza: viaggiare in Messico significa questo. Viverci vuol dire tutto questo. Il Paese più a sud dell'America del Nord ammalia con il suo fascino, ma è difficile muoversi da cronista per andare in cerca delle persone e delle storie vere che entrano nelle drammatiche statistiche sulla criminalità e sul narcotraffico. Quando le trovi, l'impatto è scioccante. Il Messico ti sconvolge con la nitidezza dei suoi colori, ma quasi ti assuefà agli intrecci tra smerci di droga, armi ed esseri umani. Ti risveglia al sorriso con la piacevolezza della cucina, ma ti colpisce con un pugno allo stomaco per la familiarità con la corruzione. Ti fa sentire accolto dalla giovialità della sua gente, ma ti spiazza con l'omertà. Ti porta in alto con la sua radicata spiritualità, ma ti atterrisce con la banalizzazione del valore della vita umana. "È nel Messico che si gioca il destino delle Americhe, Stati Uniti in testa". (Lucio Caracciolo) "Storia, tradizioni, religione, corruzione, droga, violenze diffuse, le cruciali relazioni con gli Stati Uniti, il Nafta e la questione migratoria: tutto è riunito in questo volume che abbonda di dati e storie di vita comune. Queste ultime, in particolare, forniscono un particolare valore aggiunto". (Paolo Magri)
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