Il libro è un importante contributo alla causa della proclamazione e della difesa dell’inviolabilità della vita umana, della dignità della persona e dei suoi diritti fondamentali inalienabili. Queste pagine nascono in piena “battaglia” culturale, in un momento storico in cui la scienza medica è contrassegnata dall’ipertrofia dei mezzi e dall’atrofia dei fini, per usare l’espressione di Paul Ricoeur. Una delle qualità più apprezzabili delle pagine che ci vengono offerte è quella di sottolineare la necessaria relazione tra etica e metafisica. L’Autore ci ricorda che è esistita una sorta di rifiuto globale della metafisica, soprattutto da parte della tradizione kantiana e del positivismo, e ci dice che, se l’etica non è possibile senza una ricerca dei suoi fondamenti antropologici, non può neanche esistere antropologia senza metafisica. il libro risponde ad una esigenza inelubidile, non solo dei Pastori della Chiesa, ma anche dei medici e dei responsabili della politica sanitaria degli Stati, quella cioè di ricostruire il legame essenziale di Verità, Bene e Libertà che, come ricordava il Santo Padre Giovanni Paolo II, “è stato smarrito in larga parte dalla cultura contemporanea e, pertanto, ricondurre l’uomo a riscoprirlo è oggi una delle esigenze proprie della missione della Chiesa, per la salvezza del mondo”. È un libro di speranza. Tra gli enunciati scientifici, antropologici ed etici, il lettore intravede l’uomo della modernità disincantata, alla ricerca del senso della vita, solo in mezzo alla moltitudine, febbrile di fronte alla novità ed ebbro di libertà, che cerca di elevarsi dalla pesantezza dell’inganno e della falsità verso la grazia della Verità, dal senso immanente e limitato delle cose al senso trascendente e illimitato dell’essere.