Un errore giudiziario, purtroppo uno dei tanti. Una famiglia stravolta da un omicidio efferato. Affetti messi a dura prova. Legami lacerati. Una giornalista inviata dal suo direttore ad intervistare la vittima di quell’errore, che, lontano dall’Italia, ha riacquistato almeno un po’ di serenità se non la pace. Ma è un’intervista scomoda e complicata per chi si era schierato fra i colpevolisti ad ogni costo e, forse, oltre ogni logica ed ogni prova evidente. In aggiunta, resta ancora un carico di rabbia inespressa per un errore di valutazione mai riconosciuto ed ammesso.
Vite che si intersecano poco a nord del Tropico del Cancro, dove il tepore del sole anche in inverno, il colore del mare, il soffio dell’aliseo, la cordialità della gente, la sensualità delle situazioni, riescono a mitigare tensioni e contrapposizioni, sino a scioglierle del tutto. E si finisce per dover fare i conti con quella parte del corpo che si chiama cuore, che, inspiegabilmente, si sente attratto da chi era stato creduto un mostro. E il cuore comincia a trascinare con sé il corpo, a far accettare chi si era sempre rifiutato, a far vedere le cose da una prospettiva nuova e sicuramente inaspettata.
Vite che si intersecano poco a nord del Tropico del Cancro, dove il tepore del sole anche in inverno, il colore del mare, il soffio dell’aliseo, la cordialità della gente, la sensualità delle situazioni, riescono a mitigare tensioni e contrapposizioni, sino a scioglierle del tutto. E si finisce per dover fare i conti con quella parte del corpo che si chiama cuore, che, inspiegabilmente, si sente attratto da chi era stato creduto un mostro. E il cuore comincia a trascinare con sé il corpo, a far accettare chi si era sempre rifiutato, a far vedere le cose da una prospettiva nuova e sicuramente inaspettata.