L'urgenza di esprimersi in versi nasce, per l'autrice, dalla bellezza di ogni attimo vissuto e dal simultaneo sgomento di fronte all'impossibilità di conservarlo per sempre, se non attraverso la poesia. La limitatezza della mente umana impedisce la registrazione a futura memoria di ciò che ci ha coinvolto. Anche la percezione del tempo risulta fuorviata dalle emozioni provate; la felicità amorosa cancella il bisogno di guardare l'orologio, mentre i giorni di dolore sembrano infiniti. Persino i ricordi riaffiorano preziosi ed incompleti, oltre ad irretire con la malia della distorsione soggettiva dei fatti. Eppure, come emerge da versi contenuti in Minuti secondi: "nell'intricato dedalo/dell'umana trama/in pieno sole/un pazzo/vestito di piume/ride." L'autrice non bada all'utilità della propria opera. Gode l'attimo che corre avanti. Si immerge nella solitudine, nel diletto dei sensi o nel cupo dolore rinunciando a comprenderli, poiché impresa vana, bensì li porge al lettore per condurre una ricerca comune sull'esistere. I minuti secondi, fragili, veloci, scappano come sabbia fra le dita, ma la poesia ne raccoglie brandelli per trattenere traccia del linguaggio misterioso della vita.
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