Luigi Zingales, parlando sul “Sole 24 Ore” della crisi delle banche italiane e del fondo Atlante, ha scritto di essersi riferito “ad un interessante libro di Mariarosaria Marchesano (Miracolo Bad Bank) e ai bilanci della Sga gentilmente fornitimi dall’autrice” che ha veramente analizzato tutti i bilanci in questione e per due anni ha studiato l’incredibile caso della Sga e del suo tesoro accumulato in venti anni di incessante e silenziosa attività.
Nata come bad bank del vecchio Banco di Napoli, dopo il più grande e discusso crac bancario del dopoguerra, la società partenopea ha recuperato quasi tutti i crediti classificati come inesigibili e ha macinato una montagna di profitti.
Ora il governo di Matteo Renzi intende rimettere in gioco la società e con la sua ricchezza contribuire al salvataggio delle banche in difficoltà. Un disegno che nel Meridione riapre vecchie ferite e pone nuovi interrogativi: erano davvero crediti “cattivi” quelli scorporati dal Banco di Napoli e conferiti nella Sga? Come ha fatto la società a recuperarli quasi tutti? E se i vecchi azionisti dell’Istituto partenopeo avessero ancora dei diritti? Ecco la verità su un cold case della finanza italiana.
Nata come bad bank del vecchio Banco di Napoli, dopo il più grande e discusso crac bancario del dopoguerra, la società partenopea ha recuperato quasi tutti i crediti classificati come inesigibili e ha macinato una montagna di profitti.
Ora il governo di Matteo Renzi intende rimettere in gioco la società e con la sua ricchezza contribuire al salvataggio delle banche in difficoltà. Un disegno che nel Meridione riapre vecchie ferite e pone nuovi interrogativi: erano davvero crediti “cattivi” quelli scorporati dal Banco di Napoli e conferiti nella Sga? Come ha fatto la società a recuperarli quasi tutti? E se i vecchi azionisti dell’Istituto partenopeo avessero ancora dei diritti? Ecco la verità su un cold case della finanza italiana.