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«Miriam era l’unica figlia di Eleazaro. Aveva essa sorpassato di qualche mese il terzo lustro di sua vita, ed era cresciuta con una grazia e leggiadria di corpo impareggiabile. I suoi negri occhi, con la espressione della sua ingenuità di candida fanciulla, avevano un soave splendore. I serici suoi capelli, lucidi e neri come ala di corvo, le linee purissime del suo viso, il niveo collo, la vita gentile e flessuosa, e tutta la persona graziosamente modellata con le ricche forme di una antica statua di Diva di greco scalpello, la rendevano cosi vaga e bella da destare l’ammirazione…mehr

Produktbeschreibung
«Miriam era l’unica figlia di Eleazaro. Aveva essa sorpassato di qualche mese il terzo lustro di sua vita, ed era cresciuta con una grazia e leggiadria di corpo impareggiabile. I suoi negri occhi, con la espressione della sua ingenuità di candida fanciulla, avevano un soave splendore. I serici suoi capelli, lucidi e neri come ala di corvo, le linee purissime del suo viso, il niveo collo, la vita gentile e flessuosa, e tutta la persona graziosamente modellata con le ricche forme di una antica statua di Diva di greco scalpello, la rendevano cosi vaga e bella da destare l’ammirazione universale.»

Edizione a cura di Valerio Rota.
Con un testo di Gerolamo Gerloni.

Antonio Sabato nacque a Mottola il 4 gennaio 1827.
Intraprese gli studi di Legge, diventando ben presto Presidente del Tribunale di Taranto. Si dedicò anche alla politica, ricoprendo le cariche di consigliere provinciale e comunale, nonché di Presidente della Provincia di Lecce. Nutrì una profonda passione per la scrittura e le lettere: compose orazioni funebri, discorsi, romanzi e soprattutto drammi teatrali.
Molte delle sue orazioni e conferenze vennero date alle stampe. Della sua produzione letteraria venne invece pubblicato poco: il romanzo storico Miriam (1909) e il dramma Rainero Magno (postumo, 1984). Gran parte delle sue opere letterarie è ancora inedita.
Si spense a Mottola il 20 gennaio 1914.