La scia di sangue lasciata da Donald Trump nell'ultima parte del suo mandato, con ben tredici condanne a morte federali eseguite in sette mesi, ha solo momentaneamente interrotto la consolidata tendenza verso la progressiva diminuzione del ricorso alla pena capitale negli Stati Uniti d'America. Una tendenza affermatasi nell'ultimo decennio, che questo testo racconta attraverso i passaggi principali: la cancellazione della pena di morte in alcuni stati, l'esaurimento delle scorte di uno dei prodotti impiegati per l'iniezione letale, gli orientamenti dell'opinione pubblica, le campagne delle organizzazioni abolizioniste, le sentenze dei tribunali federali e statali e soprattutto le storie dei prigionieri messi a morte, vittime in alcuni casi di veri e propri esperimenti su esseri umani. La storia della pena di morte negli Usa, come in ogni altro luogo, è infarcita di errori e di orrori. Ma la consapevolezza che sia necessario "mollare il boia" inizia a farsi strada. In questo libro spieghiamo come e perché. "Nel lavoro di Riccardo Noury, la pena di morte negli Stati Uniti d'America è esposta in tutta la sua fredda brutalità: statistiche, percentuali, che per loro stessa natura sono fredde, asettiche. Eppure raccontano di esseri umani a cui lo Stato si è sentito in diritto di togliere la vita, il bene più prezioso che abbiamo. Leggere le ultime parole che vengono pronunciate dal direttore del carcere al condannato poco prima di morire, soffermarsi sulle frasi finali dei condannati, scrutare nei minimi dettagli la procedura legata ai farmaci utilizzati durante l'iniezione letale o nella camera a gas ha un pregio: quello di trasformare quella che vorrebbe essere una procedura burocratica in carne viva, in sangue, in calore umano". (Alessandro Milan)
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