In questo romanzo Andros mette in piedi una storia distopica, nella quale un protagonista significativamente senza nome si muove come un burattino, che passo dopo passo prende coscienza dei propri fili e di chi li tira. Mondi sporchi quelli descritti nel libro, sporchi come le vite di alcuni dei personaggi, come le attività segrete che determinano quelle vite. La parola "mondi" però può anche essere intesa come "puliti", per cui il titolo ha anche il senso di "puliti e sporchi." Chi sono però i puliti, e chi gli sporchi? Non è poi così facile capirlo, e per lo spazio-tempo non fa poi tutta questa differenza chi sia il buono e chi il cattivo, ed è proprio lo spazio-tempo la chiave del romanzo. Lo spazio dei mondi e il tempo che dà loro una cadenza sono la struttura portante del libro, che si apre e si chiude proprio con dei riferimenti al tempo, nel quale tutto avviene e tutto viene dimenticato.