Tutti noi passiamo per la fase della giovinezza e il ricordo di quei tempi viene collegato a fatti, persone cose, spesso animali. Io ho avuto la gioia di crescerne uno davvero speciale: un alano bianco, bello come una statua, buono come un’anima candida dai grandi occhi azzurri. Non ho potuto proteggerlo come avrei dovuto. Non sempre siamo in grado di fare quello che dovremmo, anche per chi e con chi amiamo. Chi scrive ha una marcia in più: può far rivivere le persone, riavvolgere il nastro del tempo, mutarne persino l’incoerenza in coerenza, le morti in vita, facendo del negativo un positivo, come in un rullino ancora da sviluppare. Il mio racconto è dedicato a Mosè: l’alano della mia giovinezza.