Nessuno ha mai scritto una filosofia del rumore. Né tantomeno un'estetica del rumore o una teoria del rumore (se non in chiave fisica, di scienza della materia). Sarebbe però utile uno sconfinamento metodologico, anche da parte delle persone che si occupano di musica per esempio, perchè il rumore possiede infinite declinazioni, non solo in rapporto più o meno dialettico ai rumori. Misteriosamente infatti il rumore oltrepassa il discorso sui rumori della vita umana e della vita biologica. Il punto di partenza di questo volume è che il rumore abbia a che fare, molto direttamente, persino con le due parole-chiave – musica e media – di questo libro. Anche perchè si osserva che è ormai impossibile, in qualsiasi angolo della Penisola sostenere l'unico rumore della natura, o in altri termini il silenzio assoluto. Il rumore da naturale è diventato culturale. In questo volume, in cui si tenta di organizzare una sorta di fenomenologia (e ontologia) del rumore nella condizione esistenziale dell'attuale presente (magari anche ripensando al passato e al futuro) sono raccolti una trentina di saggi e articoli, scritti in un arco di tempo abbastanza lungo e pubblicati su varie testate italiane: sono dunque brani all'insegna della versatilità o dell'eclettismo, anche se uniti da un filo logico che li coordina concettualmente e che è poi quello che dà il titolo al volume. Gli argomenti trattati insomma fanno (quasi) tutti riferimento alla musica contemporanea e al complesso universo dei mass media (inteso come comunicazione sociale).