La società odierna sta sperimentando un fenomeno inedito e pervasivo: la diffusa presenza della musica nell’ambiente urbano, in luoghi pubblici, bar, ristoranti, ipermercati, mezzi di trasporto, piazze, parchi, locali d’intrattenimento al chiuso e all’aperto, dappertutto. Di pari passo, assistiamo a un radicale cambiamento dei modi di produzione, riproduzione e fruizione sonora. Questo mutamento trasforma il concetto stesso di musica, che nella realtà urbana è ormai un distillato di tante sonorità diverse, costruite in funzione di un consumo, alla stregua di altri prodotti commerciali. L’invadenza di queste sonorità nei più diversi contesti si configura come vero e proprio inquinamento acustico da musica. Ma contro l’aggressione sonora l’individuo è inerme: le orecchie non hanno palpebre.Il fenomeno presenta aspetti quantitativi e aspetti qualitativi. L’aspetto quantitativo riguarda l’abbondanza di musica diffusa negli spazi urbani, e il culto dell’amplificazione che ad essa si accompagna. L’aspetto qualitativo incide sulle abitudini d’ascolto dell’uomo, e le altera. Soprattutto, l’invadenza della musica diffusa nell’ambiente vanifica il silenzio, momento del riposo, della riflessione, diritto soggettivo inalienabile, ma anche habitat propizio alla buona musica, all’ascolto attento.Il volume affronta numerosi temi. Il lettore vedrà trattata l’anatomia, la fisiologia e la patologia dell’apparato uditivo; conoscerà le implicazioni giuridiche dell’inquinamento musicale, le nuove frontiere che l’ingegneria e la fisica ci additano per la difesa dal rumore; incontrerà il punto di vista del sociologo, dello psicologo, dell’economista; rifletterà sulle problematiche del “paesaggio sonoro”. Attraverso il contributo del pedagogista comprenderà che la difesa dal rumore, e specificamente dall’inquinamento musicale, va affidata a un’educazione musicale che sia vera educazione all’ascolto consapevole, critico e selettivo, più rispettoso dell’essere umano, della convivenza civile, della musica stessa.