Se quanto sto per scrivere interesserà a nessuno perché mi ostino? Continuo e persisto? Come se non mi rendesse conto che la penna non è una calamita; un foglio di carta o un pennello sono calamita? Voi dite ,no e io pure. Dunque? Mi diverte scrivere. Non ne posso fare a meno. Forse mi piace tanto in quanto non è vietato scrivere? Anche.
Intanto fogli e tele in italiano, in dialetto, in aramaico e fate voi in quale lingua bislacca, semplicemente perché sono Narciso. Essere narciso è una fortuna: come mi sarei dovuta sfogare altrimenti? e poi tele e fogli si possono bruciare facilmente! A voi interessa sapere il motivo per il quale da alcuni anni ho scelto di comunicare in lingua e in dialetto contemporaneamente? So che avete risposto con un secco convinto No m io ve lo dico come se aveste applaudito, il cocktail di parole truci e di battute comiche che mi hanno tenuto compagnia con vero diletto. Scrivere è stato come uno scambiarsi effusioni. Sono ridicola? Sono io. Unica. Come ognuno di voi è unico, con la sola differenza che voi siete innocui e io no dal momento in cui mi rubo del tempo e vi costringo a leggere prima di lanciarmi al diavolo.
A vent’anni detestavo la “parlata” siciliana e adoravo sentire la melodiosa voce del centralinista torinese per il quale presi una cotta senza mai averlo visto.
A quarantenni ho continuato a considerare volgaraccio il siciliano e il suo gergo “duro” pieno zeppo di doppie zeta. Più tardi comu fu e comu non fu il colpo di fulmine:
Intanto fogli e tele in italiano, in dialetto, in aramaico e fate voi in quale lingua bislacca, semplicemente perché sono Narciso. Essere narciso è una fortuna: come mi sarei dovuta sfogare altrimenti? e poi tele e fogli si possono bruciare facilmente! A voi interessa sapere il motivo per il quale da alcuni anni ho scelto di comunicare in lingua e in dialetto contemporaneamente? So che avete risposto con un secco convinto No m io ve lo dico come se aveste applaudito, il cocktail di parole truci e di battute comiche che mi hanno tenuto compagnia con vero diletto. Scrivere è stato come uno scambiarsi effusioni. Sono ridicola? Sono io. Unica. Come ognuno di voi è unico, con la sola differenza che voi siete innocui e io no dal momento in cui mi rubo del tempo e vi costringo a leggere prima di lanciarmi al diavolo.
A vent’anni detestavo la “parlata” siciliana e adoravo sentire la melodiosa voce del centralinista torinese per il quale presi una cotta senza mai averlo visto.
A quarantenni ho continuato a considerare volgaraccio il siciliano e il suo gergo “duro” pieno zeppo di doppie zeta. Più tardi comu fu e comu non fu il colpo di fulmine: