Napoli ha pagato un duro tributo durante la seconda guerra mondiale. Dopo la ferrea occupazione Nazista, le Quattro Giornate di Napoli liberano la città dall’occupante tedesco e spianano la strada all’ingresso degli Alleati. Ne scaturisce una seconda occupazione, non meno dura della prima per la popolazione civile e in particolare per le donne, considerate dalle truppe anglo-americane una sorta di bottino di guerra. Questo libro, scritto da un grande specialista della materia, ripercorre i duri anni della guerra e dell’immediato dopoguerra a Napoli con approfondita documentazione, dovizia di particolari, ironia e un ricco corredo d’immagini.
Il libro nasce da una circostanza realmente avvenuta: nella Biblioteca Nazionale di Napoli due studenti della facoltà di Sociologia, dovendo svolgere una tesi di laurea sulla vita sociale a Napoli durante e immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, chiedono a un vecchio docente universitario di parlare loro di quel periodo. Il professore si presta volentieri e racconta, scavando nella sua memoria. Dall’onda dei suoi ricordi nasce questo lavoro, dal quale emerge lo spaccato di vita quotidiana di una famiglia borghese alle prese con la guerra, le privazioni, la borsa nera, i bombardamenti, lo sfollamento, il ritorno in una Napoli milionaria.
Napoli fu tra le città più martoriate: durante la guerra subì oltre cento bombardamenti, dal 1° novembre 1940 al 14 maggio 1944, 234.420 vani furono distrutti e contò decine di migliaia tra morti e feriti. Con l’arrivo delle truppe alleate si pensò che ormai le sofferenze fossero finite e invece i bombardamenti continuarono da parte dei tedeschi. Quindi si aprì un lungo e più drammatico capitolo, durante il quale si è assistito a un pauroso disfacimento sociale. Napoli non era stata solo liberata, ma anche occupata con conseguente violenza e degrado: una violenza fatta di grassazioni, ruberie, rappresaglie e ricatti; un degrado fatto di prostituzione, di mercato nero e di dilagante lassismo.
Il libro nasce da una circostanza realmente avvenuta: nella Biblioteca Nazionale di Napoli due studenti della facoltà di Sociologia, dovendo svolgere una tesi di laurea sulla vita sociale a Napoli durante e immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, chiedono a un vecchio docente universitario di parlare loro di quel periodo. Il professore si presta volentieri e racconta, scavando nella sua memoria. Dall’onda dei suoi ricordi nasce questo lavoro, dal quale emerge lo spaccato di vita quotidiana di una famiglia borghese alle prese con la guerra, le privazioni, la borsa nera, i bombardamenti, lo sfollamento, il ritorno in una Napoli milionaria.
Napoli fu tra le città più martoriate: durante la guerra subì oltre cento bombardamenti, dal 1° novembre 1940 al 14 maggio 1944, 234.420 vani furono distrutti e contò decine di migliaia tra morti e feriti. Con l’arrivo delle truppe alleate si pensò che ormai le sofferenze fossero finite e invece i bombardamenti continuarono da parte dei tedeschi. Quindi si aprì un lungo e più drammatico capitolo, durante il quale si è assistito a un pauroso disfacimento sociale. Napoli non era stata solo liberata, ma anche occupata con conseguente violenza e degrado: una violenza fatta di grassazioni, ruberie, rappresaglie e ricatti; un degrado fatto di prostituzione, di mercato nero e di dilagante lassismo.