12,48 €
inkl. MwSt.
Sofort per Download lieferbar
  • Format: PDF

La Commissione d’inchiesta Saredo, istituita l’8 novembre del 1900, è un documento fondamentale sui rapporti tra Stato liberale e società civile in generale, ed in particolare tra Stato unitario e Mezzogiorno. Con essa si delinearono le caratteristiche della camorra, un fenomeno politico, economico e sociale che già allora riguardava non solo gli strati più bassi della popolazione, ma coinvolgeva direttamente anche le classi sociali più elevate. La Commissione distinse la «bassa camorra» dall’«alta camorra», quest’ultima praticata «dai più scaltri e audaci borghesi» i quali, approfittando…mehr

Produktbeschreibung
La Commissione d’inchiesta Saredo, istituita l’8 novembre del 1900, è un documento fondamentale sui rapporti tra Stato liberale e società civile in generale, ed in particolare tra Stato unitario e Mezzogiorno. Con essa si delinearono le caratteristiche della camorra, un fenomeno politico, economico e sociale che già allora riguardava non solo gli strati più bassi della popolazione, ma coinvolgeva direttamente anche le classi sociali più elevate. La Commissione distinse la «bassa camorra» dall’«alta camorra», quest’ultima praticata «dai più scaltri e audaci borghesi» i quali, approfittando della ignavia e della miseria, riuscivano a ricavare lauti guadagni attraverso la concessione di appalti di opere pubbliche, violando palesemente le leggi di contabilità dello Stato e quelle di contabilità delle amministrazioni comunali e provinciali. «E quest’alta camorra, che patteggia e mercanteggia colla bassa, e promette per ottenere, e ottiene promettendo, che considera campo da mietere e da sfruttare tutta la pubblica amministrazione, come strumenti la scaltrezza, la audacia e la violenza, come forza la piazza, ben a ragione è da considerare il fenomeno più pericoloso perché ha ristabilito il peggiore dei dispotismi, elevando a regime la prepotenza, sostituendo l’imposizione alla volontà, annullando l’individualità e la libertà e frodando le leggi e la pubblica fede».