Due anziani coniugi del Sud Sardegna narrano tre quarti del XX secolo da sotto una grande pergola del glicine dalla quale si ammira il Campidano di Cagliari, valutando ciò che è stato dell'autonomia speciale, del sardismo, del fascismo sardo, della guerra, della Rinascita tradita da una classe dirigente incapace. Di delusioni, gioie, dolori: delusioni per aver speso i soldi della Rinascita per favorire le industrie di base altamente energivore ed inquinanti, gioie per i figli laureati, dolori per la loro migrazione in cerca di lavoro. La bellezza dei paesaggi, la genuinità dei cibi e le tradizioni si intercalano nel racconto esprimendo ancora il sentimenti che li uniti fino alla fine.