- È come un tunnel, è tutto nero. La giovane mamma in lutto per il suicidio del figlio ha uno sguardo senza orizzonte. - E in fondo si vede uno sbocco? Risponde subito, di scatto, con decisione assoluta: - No, non vedo una luce in fondo. - Una via senza sbocco, come si chiama? Abbassa gli occhi e poi li alza, verso la sua sinistra, cerca la parola, la parola vera, quella che le cor-risponde. Passano i secondi, ne passano ancora e restiamo lì, in attesa di un sostantivo, un aggettivo, forse un verbo, magari una frase, una metafora. - Vicolo cieco. Lo dice con decisione, quasi stupita per essere riuscita a trovare il termine giusto: è una sorta di liberazione interiore. Ora la sua devastazione è nominabile con parole chiare, ben definite, finalmente si può iniziare a percorrere questo vicolo, insieme. La Narrazione Guidata è un modello per scoprire, attraverso l’analisi condivisa del linguaggio orale e scritto, nuove alternative per la vita quando, durante un lutto, le altre strategie sono risultate inefficaci.