Recuperando atmosfere, episodi e personaggi dell’Orlando furioso, il romanzo narra vicende e avventure intrecciate col processo di costruzione dell’Unità d’Italia.
L’io narrante è un discendente del conte Orlando d’Anglante, testardo sostenitore, fino alla follia, degli ideali risorgimentali di libertà, uguaglianza e giustizia, anche quando si appaleseranno senza speranze. Accusato di danneggiare il casato, Orlando sarà rimosso dai ricordi famigliari, finché il narratore non si imbatte nel carteggio intrattenuto dall’antenato con la madre.
Da allora, si dedica con studio e sagacia a recuperarne la memoria e ai giorni nostri, ormai anziano, proverà a ricostruire quegli eventi e gli inizi dello Stato unitario -
il naufragio di Ippolito Nievo, primo dei “misteri italiani”;
la congiura dei pugnalatori, 13 accoltellamenti in contemporanea a Palermo;
il boicottaggio dei distretti siderurgici meridionali; il pactum sceleris fra modernità e baronato mafioso.
Mosso dall’auspicio di riprendere il discorso avviato in quegli anni cruciali ma presto interrotto, il romanzo si interroga su alcuni caratteri costitutivi dello Stato italiano, passando dai temi caldi e appassionati degli ideali a quelli cinici e lucidi degli interessi e delle trame, dalle atmosfere incantate ed effervescenti dell’epica cavalleresca a quelle brutali e inferocite della guerra civile.
***RECENSIONI
“Suggestiva e intrigante narrazione dell’unificazione nazionale, ricorrendo anche a temi, umori e personaggi dell’Orlando furioso. Le pagine scorrono piacevolmente nella lettura e quando si riprende fiato ci si accorge che si sta viaggiando nel tempo e nello spazio.”
Antonio Tavernise, impiegato
“La costante sintonia umorale col poema di Ariosto affascina e avvince il lettore, e così la narrazione non risulta appesantita dalla rigorosa ed erudita ricerca storica, che pure si evince dalla lettura.”
Stefano Ratiglia, avvocato
“Trame, stragi, poteri occulti, mafia, verità ufficiali: ma allora non è cambiato nulla in tutti questi anni? Tu leggi e ti diverti oppure ti emozioni, ma non puoi fare a meno di chiederti se cambierà mai il destino che sembra attanagliarci da allora, se riusciremo mai in Italia ad applicare, non dico la Costituzione del ’48, ma almeno i principi della Rivoluzione francese.”
Michele Aversa, impiegato
L’io narrante è un discendente del conte Orlando d’Anglante, testardo sostenitore, fino alla follia, degli ideali risorgimentali di libertà, uguaglianza e giustizia, anche quando si appaleseranno senza speranze. Accusato di danneggiare il casato, Orlando sarà rimosso dai ricordi famigliari, finché il narratore non si imbatte nel carteggio intrattenuto dall’antenato con la madre.
Da allora, si dedica con studio e sagacia a recuperarne la memoria e ai giorni nostri, ormai anziano, proverà a ricostruire quegli eventi e gli inizi dello Stato unitario -
il naufragio di Ippolito Nievo, primo dei “misteri italiani”;
la congiura dei pugnalatori, 13 accoltellamenti in contemporanea a Palermo;
il boicottaggio dei distretti siderurgici meridionali; il pactum sceleris fra modernità e baronato mafioso.
Mosso dall’auspicio di riprendere il discorso avviato in quegli anni cruciali ma presto interrotto, il romanzo si interroga su alcuni caratteri costitutivi dello Stato italiano, passando dai temi caldi e appassionati degli ideali a quelli cinici e lucidi degli interessi e delle trame, dalle atmosfere incantate ed effervescenti dell’epica cavalleresca a quelle brutali e inferocite della guerra civile.
***RECENSIONI
“Suggestiva e intrigante narrazione dell’unificazione nazionale, ricorrendo anche a temi, umori e personaggi dell’Orlando furioso. Le pagine scorrono piacevolmente nella lettura e quando si riprende fiato ci si accorge che si sta viaggiando nel tempo e nello spazio.”
Antonio Tavernise, impiegato
“La costante sintonia umorale col poema di Ariosto affascina e avvince il lettore, e così la narrazione non risulta appesantita dalla rigorosa ed erudita ricerca storica, che pure si evince dalla lettura.”
Stefano Ratiglia, avvocato
“Trame, stragi, poteri occulti, mafia, verità ufficiali: ma allora non è cambiato nulla in tutti questi anni? Tu leggi e ti diverti oppure ti emozioni, ma non puoi fare a meno di chiederti se cambierà mai il destino che sembra attanagliarci da allora, se riusciremo mai in Italia ad applicare, non dico la Costituzione del ’48, ma almeno i principi della Rivoluzione francese.”
Michele Aversa, impiegato