In una Napoli ferita a morte dai bombardamenti, protetto dalle umide pareti tufacee dei ricoveri sotterranei, un bambino, Gaetano, sta diventando grande. Nello stesso momento, nelle strade gelide e desolate del ghetto di Varsavia, sta diventando grande un’altra bambina, Benedetta. E così Gaetano e Benedetta, vittime innocenti che il delirio collettivo di quegli anni catapulterà nell’età adulta con la violenza traumatica di una lacerazione, in questo scenario apocalittico saranno costretti a portare, ognuno a suo modo, il fardello delle loro paure. Unico conforto e riparo, reale o immaginario, è l’amore materno, il filo conduttore del romanzo che ricompatta e illumina l’universo disgregato dei protagonisti. È questo un altro modo di definire il romanzo: “una elegia sulla madre”, perché molteplici sono le figure di madri nel libro e ognuna di loro è realmente straordinaria.