“Ah farfalla – con soffiato respiro gli canti il tuo inno – sei giunta nell’ora in cui tremavo più delle tue ali quand’eri appena uscita dalla tua crisalide.Danzami il ballo del tuo segreto che ti fa vivere solo un giorno, nell’eterno divino presente che per te è il tempo. Quasi tu fossi davvero immortale.Sei forse figlia di quel demone chiamato Attimo?Nasci mancata di quel sogno che sei e subito, conscia della tua vera natura, ti adoperi per mostrarti quale che sei ora. T’affanni in fretta, per tutta la vita, a crear la tua casa e non m’inganno nel pensar quanto tu soffra a dover sopportare quel greve corpo che t’ingombra.Pesante e goffa per giorni e giorni ti sdrai su verdi steli d’erba e sogni, guardando i pollini dei fiori, di poter danzare insieme a loro, col vento.Ti odi a tal punto da soffocarti dentro al buio e scomparire dal mondo.Dopo lunghe attese e sconfinate notti dentro quel bozzolo, finalmente esci nel tuo splendore. Il sonno è durato così tanto da averti fatto scordare tutto quel che prima eri e i tuoi occhi sono quelli di un neonato. Così, dimentica del tuo triste passato, svolazzi e vivacchi felice e beata perché solo un giorno ti ha dato la Natura e puoi spenderlo tutto a danzare”.