Carmine Colella è un venticinquenne di Caserta che giunge a Roma per partecipare a un programma televisivo pomeridiano; ma le sue ambizioni sono altre: studia alla facoltà di Lettere per poter entrare un giorno a far parte del mondo accademico, e vorrebbe anche fare l’artista e l’attore. Si tratta però di vaghe velleità, sogni che in un angolo riposto della sua mente sa che con tutta probabilità non riuscirà mai a realizzare.
Un giorno riceve la telefonata di un produttore cinematografico che lo colma di speranze, salvo poi scoprire di non essere riuscito ad attirare, grazie alle sue doti artistiche, le attenzioni proprio dell’uomo. La forte delusione e l’esplosione di frustrazioni stratificate lo porteranno a meditare propositi di vendetta. Con l’aiuto di improbabili cospiratori cercherà di mettere in pratica un’azione punitiva nella residenza del produttore, ma anche questa gli si ritorcerà contro.
Attorno al ragazzo ruotano una serie di personaggi: giovani, inesperti, velleitari come lui, incapaci di realizzare i propri propositi, un po’ per la loro inettitudine, un po’ per l’opposizione di altri personaggi più anziani, che, più o meno involontariamente, costituiscono un ostacolo, più che un aiuto o una guida.
Questa giostra di personaggi, spesso contraddittori e incoerenti, si muove in circolo aspirando a esperienze significative che però spesso si rivelano incolori e deludenti, così come la città che la ospita, Roma: vuota, indifferente e distante.
Ogni cosa in questo romanzo, ogni luogo, ha l’aspetto del castello incantato del Mago Atlante, in cui Orlando e gli altri cavalieri di Carlo Magno si aggirano alla ricerca di qualcosa che non troveranno mai; i loro desideri si materializzano davanti agli occhi solo per sparire poco dopo, rivelandosi solo illusioni.
Un giorno riceve la telefonata di un produttore cinematografico che lo colma di speranze, salvo poi scoprire di non essere riuscito ad attirare, grazie alle sue doti artistiche, le attenzioni proprio dell’uomo. La forte delusione e l’esplosione di frustrazioni stratificate lo porteranno a meditare propositi di vendetta. Con l’aiuto di improbabili cospiratori cercherà di mettere in pratica un’azione punitiva nella residenza del produttore, ma anche questa gli si ritorcerà contro.
Attorno al ragazzo ruotano una serie di personaggi: giovani, inesperti, velleitari come lui, incapaci di realizzare i propri propositi, un po’ per la loro inettitudine, un po’ per l’opposizione di altri personaggi più anziani, che, più o meno involontariamente, costituiscono un ostacolo, più che un aiuto o una guida.
Questa giostra di personaggi, spesso contraddittori e incoerenti, si muove in circolo aspirando a esperienze significative che però spesso si rivelano incolori e deludenti, così come la città che la ospita, Roma: vuota, indifferente e distante.
Ogni cosa in questo romanzo, ogni luogo, ha l’aspetto del castello incantato del Mago Atlante, in cui Orlando e gli altri cavalieri di Carlo Magno si aggirano alla ricerca di qualcosa che non troveranno mai; i loro desideri si materializzano davanti agli occhi solo per sparire poco dopo, rivelandosi solo illusioni.