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Uno dei primi testi a denunciare l'esistenza e il potere della mafia, che prende l'avvio dall'assassinio di Emanuele Notarbartolo il 1º febbraio 1893, nel tragitto in treno tra Termini Imerese e Trabia. Emanuele Notarbartolo fu direttore generale del Banco di Sicilia ed esponente della Destra storica. Venne ucciso con 27 colpi di pugnale da Matteo Filippello e Giuseppe Fontana, legati a cosa nostra. Nel 1899 la Camera dei deputati autorizzò il processo contro Raffaele Palizzolo come mandante dell'assassinio. Nel 1901 venne giudicato colpevole ma la condanna fu annullata dalla Cassazione, e nel…mehr

Produktbeschreibung
Uno dei primi testi a denunciare l'esistenza e il potere della mafia, che prende l'avvio dall'assassinio di Emanuele Notarbartolo il 1º febbraio 1893, nel tragitto in treno tra Termini Imerese e Trabia. Emanuele Notarbartolo fu direttore generale del Banco di Sicilia ed esponente della Destra storica. Venne ucciso con 27 colpi di pugnale da Matteo Filippello e Giuseppe Fontana, legati a cosa nostra. Nel 1899 la Camera dei deputati autorizzò il processo contro Raffaele Palizzolo come mandante dell'assassinio. Nel 1901 venne giudicato colpevole ma la condanna fu annullata dalla Cassazione, e nel 1905 fu assolto dalla Corte d'Assise di Firenze per insufficienza di prove, probabilmente sempre grazie ai suoi appoggi importanti. Il testo del Colajanni sembra scritto ieri, a dimostrazione che in cento anni niente è cambiato.