Era tempo che non ritornavo nella mia vecchia Milano, nella città della mia adolescenza e prima gioventù, dalla quale ero fuggito quasi impaurito dalle sue brutture e che solo adesso cominciavo a guardare con occhi diversi iniziando quasi ad apprezzarla. Le luci, i colori, la tanta gente, cose da cui volevo scappare alla ricerca di una vita più a contatto con la natura, adesso mi apparivano come i segnali di una festa, di una continua e grande festa. Forse anche Milano presa a piccole dosi non è poi così male. Quel giorno di dicembre dovevo lavorare, avevo un appuntamento con un cliente ma pochissima voglia di incontrarlo immerso come ero nei pensieri e nei ricordi, camminavo nelle strade attorno alla darsena, zona navigli, e passo dopo passo mi riapparivano nella mente mille voci e mille visi, tante parole, tante risate e tanti sogni quasi come fossero rimasti li ad aspettarmi tutto questo tempo intrappolati nelle acque del naviglio o nelle rotaie del tram. Così vagando tra i viali della città ed i vicoli della mia mente giunse la sera, il buio, il freddo ed improvvisa la neve, una vera e propria tempesta di neve come penso di non averne mai viste neppure in montagna.