Il «barocco nero» del titolo è quello siciliano. La luminosità che lo contraddice è mediterranea. Il rovello dialettico è mitteleuropeo. Una poesia femmina, quella della Attanasio, che prova a sillabare «il nome plurale delle cose». Pubblicato per la prima volta da Sciascia nel 1985. «Nero barocco nero nel muro gocciolante sterco e gigli interni movimenti alterazioni. Da una fessura sbuca l’assassino: un grande inquisitore con paramenti incensi e attrezzi di tortura. Un freddo alle spalle di lamiere…»
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