Siamo alla fine del primo decennio del duemila, o quasi: in piena crisi economica anche le aziende più solide sacrificano risorse umane e riducono i costi per tentare di salvare il fatturato in caduta libera. È tempo di licenziamenti selvaggi applicati con modalità spietate, giustificate in nome della spending review. La nostra protagonista, manager nel settore della comunicazione, viene licenziata su due piedi e, da un giorno all’altro, è costretta a scendere dal suo tacco 10 per fare i conti con la dura realtà della disoccupazione. L’occasione è buona per ripercorrere le fasi del suo passato con spirito critico e autoironia. Così, attraverso colpi di scena e attimi di suspense, veniamo via via coinvolti nella sua vita i cui flashback ne interrompono la cronaca, a tratti drammatica. Il racconto degli eventi più scabrosi e difficili ci permetterà di conoscere la natura contraddittoria di questa quarantenne milanese amante della moda e del bien vivre ma profondamente legata ai valori etici, della famiglia e dell’amicizia. Sarà proprio grazie a questa apparente contraddizione e alla sua innata positività e intraprendenza che riuscirà a tornare in sella e risalire la china.