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Chernobyl è una parola che vorremmo cancellare dalla nostra memoria, ma questo sogno ci è precluso (Kofi Annan, ex segretario generale ONU). Cosa resta, a vent’anni di distanza, del più grave disastro nucleare mai registrato? La notte del 26 aprile 1986, all’una e ventitré minuti, aveva inizio quella tragedia che si sarebbe protratta per anni, abbattendosi fino al presente sulle popolazioni inermi e sconvolgendo l’Europa del benessere. Lo scoppio del reattore nell’Ucraina dell’Ex Unione Sovietica ha aperto uno squarcio su un mondo abbandonato e dimenticato prima e dopo la strage. L’obiettivo…mehr

Produktbeschreibung
Chernobyl è una parola che vorremmo cancellare dalla nostra memoria, ma questo sogno ci è precluso (Kofi Annan, ex segretario generale ONU). Cosa resta, a vent’anni di distanza, del più grave disastro nucleare mai registrato? La notte del 26 aprile 1986, all’una e ventitré minuti, aveva inizio quella tragedia che si sarebbe protratta per anni, abbattendosi fino al presente sulle popolazioni inermi e sconvolgendo l’Europa del benessere. Lo scoppio del reattore nell’Ucraina dell’Ex Unione Sovietica ha aperto uno squarcio su un mondo abbandonato e dimenticato prima e dopo la strage. L’obiettivo di Ottani bussa alle porte di case e botteghe, si perde sulle interminabili strade innevate e negli occhi lucidi di freddo di chi è rimasto a sperare. Il volume, con oltre 200 immagini a colori e in bianco e nero, contiene testimonianze di Andriy Shevchenko e Paolo Belli. L’opera, frutto di un progetto editoriale svolto con il supporto e la supervisione di Legambiente Solidarietà, è valsa al fotografo Luigi Ottani il premio Marco Bastianelli 2007 opera prima per il miglior libro fotografico.