La valigia “ratta” sulla banchina metallica.
Avevo inventato quel termine quando sentivo strascicare le valige sulla banchina metallica che porta all’imbarco degli aliscafi a Lipari. Una forma di verbo onomatopeico che riproduce il rumore delle ruote sulla griglia: “ratatata”. Quando sono arrivato ero fermo nelle mie certezze, sicurezze, nel mio mondo fatato, perfetto. Quanti lo vorrebbero avere, o quanti me lo invidiano. Eppure non mi interessava più.
Mi ero perso nel nulla del mio essere e sono partito per arrivare in questo mondo lontano. Fermo nel tempo, nel passato. Un arcipelago di isole che mi ha accolto. Circondato dal nulla dell'acqua, dell'infinito del mare. Sono stato avvolto dal suo splendore, dalla sua forza e magia. Mi ha cambiato e mi sono ritrovato.
Ora è la mia valigia a rattare sulla banchina.
Avevo inventato quel termine quando sentivo strascicare le valige sulla banchina metallica che porta all’imbarco degli aliscafi a Lipari. Una forma di verbo onomatopeico che riproduce il rumore delle ruote sulla griglia: “ratatata”. Quando sono arrivato ero fermo nelle mie certezze, sicurezze, nel mio mondo fatato, perfetto. Quanti lo vorrebbero avere, o quanti me lo invidiano. Eppure non mi interessava più.
Mi ero perso nel nulla del mio essere e sono partito per arrivare in questo mondo lontano. Fermo nel tempo, nel passato. Un arcipelago di isole che mi ha accolto. Circondato dal nulla dell'acqua, dell'infinito del mare. Sono stato avvolto dal suo splendore, dalla sua forza e magia. Mi ha cambiato e mi sono ritrovato.
Ora è la mia valigia a rattare sulla banchina.