Cinque racconti distinti come le dita di una mano ma, come in questa, uniti tra loro da un unico contesto, la Sicilia, dove convivono alcune delle sue contraddizioni: violenza e voglia di riscatto. Da qui il titolo della silloge No!, che riprende quello dell’ultimo racconto, e si pone quasi come un manifesto comune.
Le parole gridate rabbiosamente dalla figlia del funzionario di polizia al padre durante una lite provocheranno in lui un turbamento profondo e delle scelte coraggiose nel racconto “L’urlo”.
In “Vent’anni”, ambientato nella Sicilia del dopoguerra, la carcerazione del padre per una condanna a vent’anni di reclusione all’Ucciardone di Palermo indurrà Tonio a studiare per potere corrispondere con suo padre e riempire quello che gli appare come uno spazio indefinito e immenso.
Il coraggioso rifiuto di Carla e Michele di soggiacere alla violenza intimidatoria in “Racket”, contribuirà a fondare il primo associazionismo antiracket nella Sicilia degli anni ’90.
Sei la mia terra adesso, non tradirmi, è la speranza di Ismaila, in “La Mia Isola”, che la convince a restare in questa nuova terra che desidera sentire come propria dopo il suo lungo viaggio da migrante.
Infine in “No!” la ribellione di Luisa ai suoi coetanei che vogliono violentarla configurano e attualizzano in un diverso contesto la violenza e il suo rifiuto. Sento ancora nella mia testa quel grido, e non mi do pace, no! No! No!
Le parole gridate rabbiosamente dalla figlia del funzionario di polizia al padre durante una lite provocheranno in lui un turbamento profondo e delle scelte coraggiose nel racconto “L’urlo”.
In “Vent’anni”, ambientato nella Sicilia del dopoguerra, la carcerazione del padre per una condanna a vent’anni di reclusione all’Ucciardone di Palermo indurrà Tonio a studiare per potere corrispondere con suo padre e riempire quello che gli appare come uno spazio indefinito e immenso.
Il coraggioso rifiuto di Carla e Michele di soggiacere alla violenza intimidatoria in “Racket”, contribuirà a fondare il primo associazionismo antiracket nella Sicilia degli anni ’90.
Sei la mia terra adesso, non tradirmi, è la speranza di Ismaila, in “La Mia Isola”, che la convince a restare in questa nuova terra che desidera sentire come propria dopo il suo lungo viaggio da migrante.
Infine in “No!” la ribellione di Luisa ai suoi coetanei che vogliono violentarla configurano e attualizzano in un diverso contesto la violenza e il suo rifiuto. Sento ancora nella mia testa quel grido, e non mi do pace, no! No! No!