Ermanno Di Sandro, a distanza di ben 16 anni, rimette nuovamente mano ad un manoscritto mai pubblicato e recante un altro titolo, e, mettendo nero su bianco con la dedizione di sempre, ora però con la novità della versione digitale, descrive e mette a fuoco quelle che sono alcune considerazioni, convinzioni e storie riguardanti il misterioso e controverso mondo femminile, che cinque suoi amici dichiarano più o meno apertamente di ammirare ed amare, anche se lo fanno a tratti in una maniera che sembrerebbe rozza e poco convincente. Lo fanno però a volte temendo le piccole grandi crudeltà delle donne. Ma è anche una loro personale, fantasiosa visione, a volte onirica, altre volte più pragmatica e realistica, quella appunto di cinque protagonisti acculturati e sensibili perennemente affascinati dal loro mondo, tanto ampio quanto eclettico, le cui protagoniste hanno in comune doti fisiche rilevanti e – soprattutto – tanta passione e voglia di amare, sconfinando talvolta nell’indecenza privata ma che è tutto sommato un loro diritto. Il sottotitolo rende meglio l’idea: “Viaggio proibito in un diario tutto al maschile attraverso i misteri dell’immaginario erotico di cinque personaggi qualunque”. Noi che amiamo le donne è un libro quasi in formato opera omnia, risultante quasi un’inedita antologia che è maliziosa, coraggiosa, a volte irriverente fino alla sfrontatezza, franca, a tratti ingenua, capace di stuzzicare la curiosità di moltissime donne, invitandole a leggere tutto d’un fiato i pensieri, le avventure, le fantasie erotiche e propensioni sessuali dei personaggi ivi raccontati. L’autore, basandosi sui materiali di cinque uomini invitati a scriverli mese per mese, li raccoglie in un diario scandito in dodici parti o capitoli, in ognuna delle quali i personaggi parlano in prima persona, coraggiosamente e senza mezzi termini, mai in maniera volgare, ma certamente con delicata audacia nei limiti del possibile. L’autore del libro risulta in tal modo una sorta di cronista-narratore onnisciente, che non fa altro che riordinare i brani, così come pensieri, lettere, poesie, elucubrazioni, velleità letterarie… Scritto con disarmante franchezza e rivolto prevalentemente ad un pubblico di sole donne, il testo-romanzo (realtà o fantasie?...) comunica con loro ed entra in un rapporto di complicità sin dall’incipit, rivelando che l’erotismo, quello raffinato da non confondere con una banale volgarità, è patrimonio di tutti, per cui parlarne e riparlarne fa sicuramente bene alla psiche. Ognuno di noi sente l’intima esigenza di riappropriarsi un pochino di un bel passato che fu, quando per intendersi non comprendevamo appieno l’importanza ed irripetibilità di quegli attimi fuggenti di virile, meravigliosa sessualità e sano erotismo, di parole scandite – a volte urlando - senza ritegno e gemiti di piacere.