Noi che siam stati partigiani propone tre storie, una al femminile e due al maschile, tutte romagnole, e ambientate a non molta distanza o nei pressi della linea Gotica che fu, come è noto, l'ultimo baluardo tedesco e "repubblichino" contro le armate alleate che risalivano da sud per dilagare nella pianura Padana, e vide un'intensa attività partigiana con terribili orrori, stragi ed eccidi perpetrati dai nazifascisti. Raccontate, alternando la prima o la terza persona, le testimonianze incrociano la "grande storia" dove trovano un posto degno. Ma ecco i protagonisti. Mario Bonazza, classe 1928, nome di battaglia Calipso, partigiano ravennate, di Marina di Ravenna per l'esattezza, combattente col leggendario comandante Bulow, Arrigo Boldrini, 28ª brigata Garibaldi.Sergio Giammarchi, forlivese, sale in montagna con Adriano Casadei per unirsi alla banda di Silvio Corbari: la sua testimonianza brilla per l'afflato antiretorico e la riconoscenza costante nei confronti della popolazione civile che costituì l'acqua dove i resistenti poterono nuotare. Nara Lotti, staffetta partigiana di Santa Sofia, si schiera, sull'esempio dei fratelli combattenti nella Resistenza, contro la prepotenza criminale dei nazifascisti: durissime ma letterariamente bellissime l'infanzia e la giovinezza di questa donna che non piegò mai la testa. (dalla prefazione di Gianfranco Miro Gori)
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