Non è solo una grande dolcezza a emergere dai versi di questa raccolta. Colpisce la capacità di Irma Kurti di dar voce all’anima, alle sue, personali, emozioni di fronte alle sfide che accompagnano la quotidianità. La tristezza, la nostalgia, i ricordi lontani, le assenze di chi dovrebbe piuttosto starci vicino vengono sublimate attraverso la poesia. È fragile l’anima dei poeti, ed è allo tesso tempo estremamente forte perché, a differenza di molte altre, non teme di mettersi a nudo, svuotando su una pagina il proprio sentire. Un profondo disincanto permea tutta la raccolta. Un senso di sgomento e di smarrimento che nasce ogniqualvolta l’umanità e persino la Natura remano contro un destino sereno e felice. Paradossalmente, però, è proprio nel canto lirico che tanta amarezza volge al termine, mutandosi in spirito di autoconservazione, trasformandosi in armonia, nella melodia che si fa pace dei sensi, quella pace che soltanto chi scrive è capace di donare e raggiungere.