Non mangio niente che abbia gli occhi di Goffredo Fofi, per la collana Tracce, è un’intensa riflessione sulle ragioni che lo hanno condotto a diventare vegetariano.
«Non è solo per amore delle creature che si diventa vegetariani, e tanto meno per sentirsi orgogliosamente buoni e migliori, ma per necessità storica, perché la storia lo richiede, lo esige». Una scelta etica, ecologica e politica maturata attraverso esperienze personali, letture, ragionamenti intorno ai ricordi d’infanzia, agli incontri con amici e maestri e alle voci degli autori che si sono interrogati sull’argomento. Fofi ricostruisce le tracce di questo cammino, ricordando le motivazioni che lo hanno spinto e i testi che lo hanno accompagnato: «Pur non essendo un teorico o un esperto della materia ma semplicemente un uomo che si è posto delle domande, ho deciso di raccontare la mia esperienza, di ripercorrere il mio passato e di riandare alle letture che maggiormente mi hanno accompagnato in questo cammino e mi hanno convinto delle scelte da intraprendere, in nome di un bisogno di responsabilità che sento forte e preciso. La responsabilità che tutti dovremmo avere». Un libro che ribadisce le urgenze del nostro presente e la necessità di un cambiamento che, persona dopo persona, può diventare sempre più grande.
Goffredo Fofi, nato a Gubbio nel 1937, è un giornalista e critico teatrale, cinematografico e letterario. Dopo aver contribuito alla nascita di storiche riviste quali i Quaderni piacentini, Ombre rosse, La terra vista dalla luna e Lo Straniero, attualmente si occupa della rivista Gli Asini. Tra le sue opere più recenti occorre citare la biografia Marlon Brando. Una tragedia americana (2014), la curatela dell’antologia Il racconto onesto (2015) e i saggi E logio della disobbedienza civile (2015), Il cinema del no. Visioni anarchiche della vita e della società (2016), Il secolo dei giovani e il mito di James Dean (2020) e, con Letizia Battaglia, Volare alto volare basso (2021).
«Non è solo per amore delle creature che si diventa vegetariani, e tanto meno per sentirsi orgogliosamente buoni e migliori, ma per necessità storica, perché la storia lo richiede, lo esige». Una scelta etica, ecologica e politica maturata attraverso esperienze personali, letture, ragionamenti intorno ai ricordi d’infanzia, agli incontri con amici e maestri e alle voci degli autori che si sono interrogati sull’argomento. Fofi ricostruisce le tracce di questo cammino, ricordando le motivazioni che lo hanno spinto e i testi che lo hanno accompagnato: «Pur non essendo un teorico o un esperto della materia ma semplicemente un uomo che si è posto delle domande, ho deciso di raccontare la mia esperienza, di ripercorrere il mio passato e di riandare alle letture che maggiormente mi hanno accompagnato in questo cammino e mi hanno convinto delle scelte da intraprendere, in nome di un bisogno di responsabilità che sento forte e preciso. La responsabilità che tutti dovremmo avere». Un libro che ribadisce le urgenze del nostro presente e la necessità di un cambiamento che, persona dopo persona, può diventare sempre più grande.
Goffredo Fofi, nato a Gubbio nel 1937, è un giornalista e critico teatrale, cinematografico e letterario. Dopo aver contribuito alla nascita di storiche riviste quali i Quaderni piacentini, Ombre rosse, La terra vista dalla luna e Lo Straniero, attualmente si occupa della rivista Gli Asini. Tra le sue opere più recenti occorre citare la biografia Marlon Brando. Una tragedia americana (2014), la curatela dell’antologia Il racconto onesto (2015) e i saggi E logio della disobbedienza civile (2015), Il cinema del no. Visioni anarchiche della vita e della società (2016), Il secolo dei giovani e il mito di James Dean (2020) e, con Letizia Battaglia, Volare alto volare basso (2021).