La storia del Commissario Campisi non ha a che fare con indagini o appostamenti ma è alle prese con una battaglia più grande: quella di rimanere in vita dopo essersi trovato in mezzo ad un attentato di natura terroristica. Sedato e steso su un letto d’ospedale tutta la sua esistenza apparentemente facile gli passa davanti, come una pellicola passa sullo schermo di un cinema. L’intento dell’autore è far riflettere, quello del protagonista è dare un senso alla tragedia e allo sforzo di dover accettare che, quello che ha amato di più nella sua vita, in meno di un secondo, cambia e lo costringe a lottare. Il romanzo vuole mettere in risalto tematiche sociali molto attuali di cui - secondo il Commissario - c’è poco da essere fieri, contrapponendole ad altre fino a ieri inesistenti o abilmente celate, che potrebbero diventare problemi nel nostro immediato futuro. Si ritrova così a parlare silenziosamente a se stesso, esattamente come la maggior parte della gente di oggi. Nel libro si troveranno domande che lo stesso Commissario si farà, chiedendo a ciascuno di noi di provare a dare una risposta. Vincerà la sua battaglia per restare in vita? E sarà soprattutto quella vita che avrebbe voluto?