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Contributi di: Gianpaolo Anderlini – Carlo Bolpin – Paola Cavallari – Lidia Maggi – Paolo Ricca – Brunetto Salvarani – Letizia Tomassone Il mito di Eva , secondo una  lettura stereotipata di Genesi  2 e 3, indica un  archetipo  che condiziona in modo poderoso paradigmi culturali e pregiudizi del nostro tempo in materia di sessi/generi.  Lo stereotipo descrive un’Eva  causa di ogni male e un Adamo trascinato dalle sue trame diaboliche; rappresenta inoltre un’Eva derivata dal “marito” fin dall’origine, quindi inferiore per disegno divino. Grammatiche laiche istituite sulla discriminazione e il…mehr

Produktbeschreibung
Contributi di: Gianpaolo Anderlini – Carlo Bolpin – Paola Cavallari – Lidia Maggi – Paolo Ricca – Brunetto Salvarani – Letizia Tomassone
Il mito di Eva, secondo una lettura stereotipata di Genesi 2 e 3, indica un archetipo che condiziona in modo poderoso paradigmi culturali e pregiudizi del nostro tempo in materia di sessi/generi. Lo stereotipo descrive un’Eva causa di ogni male e un Adamo trascinato dalle sue trame diaboliche; rappresenta inoltre un’Eva derivata dal “marito” fin dall’origine, quindi inferiore per disegno divino. Grammatiche laiche istituite sulla discriminazione e il pregiudizio trovano così una loro “sacra” fondazione e legittimazione.
È possibile sottrarre il mito genesiaco di Eva alle letture dominanti che hanno interpretato la figura della prima donna? Scardinare il monopolio della costruzione religiosa ed antropologica  dell’archetipo femminile per eccellenza? Anche nel mondo secolarizzato, Eva ha rappresentato la fonte prima dei pregiudizi sulla minorità femminile. Si tratta di una costruzione che la cultura patriarcale – teologica e non solo – ha elaborato e puntellato come una fortezza, pur facendola passare come dato “naturale” o disegno divino?
Questo libro raccoglie contributi diversi di uomini e donne che, in spirito ecumenico e in un’ottica di differenza sessuale, hanno ascoltato le parole di Genesi in un orizzonte di senso teso a “rendere giustizia”: essi scoprono che all’origine era stata posta non la sottomissione di un sesso/genere sull’altro, ma l’alleanza e la parità, nelle differenze. Secondo una lettura del testo biblico che, come suggerisce la tradizione ebraica, disigilla ancora una volta nuove scintille di significato, ognuna nel dono di sé all’altra.