Le Note azzurre sono state scritte tra il 1866 e il 1907 e sono uno zibaldone di pensieri e allo stesso tempo un diario che esplora la letteratura antica e moderna alla ricerca di una etimologia, di un vocabolo inconsueto, di collegamenti insospettati tra una lingua e l’altra (in una sua nota Carlo Dossi scrive che “I dizionari vanno continuamente corretti come le carte geografiche“), con centinaia di postille in margini agli autori più amati. Ma le Note azzurre sono anche “una inesauribile zecca di epigrammi, pittoriche frasi, non sospettati modi di dire (…) una miniera senza fine di aneddoti sconosciutissimi quanto interessantissimi per la storia dell’Arte e la cronaca milanese” per citare le parole che Carlo Dossi usa per i frammenti dello scrittore Giuseppe Rovani.