La Sicilia, in quel periodo, attraversa una stagione difficile: tratto dominante l’emigrazione. Il valore storico, un sentimento che brucia l’anima e che rende prigionieri un popolo sino all’ultimo respiro. Il pranzo corrente dei contadini che abitano il paese è un poco di pane due volte il giorno, mentre la notte, il triste pensiero della sopravvivenza, li tiene svegli. Scarsi mezzi di sussistenza, e insufficienti risorse economiche aggravano la condizione di povertà, quindi, la ricerca di un nuovo lavoro divide tante famiglie dai propri cari; ma, l’illusione dei facili ingaggi promessi, dal governo di unità nazionale Alcide de Gasperi, il quale diceva: ”Imparate le lingue e andate all’estero” molti braccianti, leggendo i manifesti che pubblicizzavano un possibile impiego in un altro stato, decisero di lasciare l’Italia, per un futuro migliore ma, il sogno degli emigranti desiderosi di essere assunti come muratori o manovali, si frantuma nelle vecchie baracche in lamiera lasciate libere dai prigionieri di guerra russi e tedeschi. Ora, costretti a lavorare sottoterra nella speranza di un futuro che si manifesta nel dramma che alimenta la vita stessa, e che affida al fato l’anima immortale di un labirinto di incantesimi e magie che travolge ogni aspettativa.L’8 agosto 1956, nell’incendio di uno dei pozzi carboniferi di Marcinelle in Belgio, morirono 262 minatori, di cui 136 italiani.La narrativa, ispirata al dramma che ebbe origine da quella spaventosa vicenda, è dedicata a tutte quelle persone che, per il pane, hanno perso o rischiato la vita nelle miniere di carbone. "L’oblio di un’eclisse che oscura i cieli e la luna, si scontra nella scintilla di un primo bacio che si rivela in modo inaspettato e che sfocia nel primo amore. Nel cuore di Giò si accende il desiderio di cambiamento e tuttavia, continua a vivere momenti drammatici che lo portano a una difficile scelta.”