Da Torino al Brasile per una nuova esistenza Ingegnere, impiegato presso la FIAT dal 1989, Vincenzo Russo è partito due anni fa per il Brasile, a Belo Horizonte, per andare a lavorare in un'azienda italiana "poiché nell'Italia in crisi niente più é garantito". Rimangono a Torino la moglie, impegnata in un lavoro di responsabilità, e la figlia ancora piccola. Nelle pagine di questo libro, raccontato con delicatezza e passione, il Brasile appare quella terra di contraddizioni che attraversa un periodo importante della sua storia. La povertà, il disagio delle persone che vivono con difficoltà giorno per giorno non impedisce a nessuno di sperare in un futuro migliore. Nel racconto come fili di colori differenti in una tessitura, si inseriscono momenti di riflessione sulla natura umana e il destino. Russo riporta per intero un'interessante intervista televisiva a Dilma Roussef, presidente del Brasile. Emergono inesorabilmente le difficoltà di conciliare esigenze e stimoli nuovi alle vecchie abitudini famigliari che lentamente si deteriorano. Russo racconta questa vicenda complessa senza rivelare interamente e fino all'ultimo azioni, errori e ragioni dei protagonisti; fino alla confessione finale, inattesa anche se inconsciamente prevista dall'inizio.