La cospirazione architettata da Catilina segna uno dei momenti più tormentati della storia di Roma, oltre che tra i più rilevanti, tanto che ne parlano, o meglio, ne scrivono Cicerone in quattro Catilinarie, Svetonio, Plutarco, Dione Cassio e, soprattutto, Sallustio. L’opera di quest’ultimo è, senza dubbio, la più completa: nella raffigurazione complessiva del tentato golpe del 63 a.C., pone in vari riquadri i personaggi principali, ne traccia il ritratto e li cala nella vicenda. Aggiunge alcuni excursus storici che rendono il lavoro affascinante. Le Istituzioni Repubblicane vivono un periodo di grave crisi, morale e politica, traballano e Catilina è pronto a dare la spallata finale: Roma e in pericolo. Una lettura attenta della “Congiura di Catilina” ci fornisce un affresco inquietante, degno di riflessione, la riscrittura, proposta dall’autore, nel rendere merito all’opera di Sallustio, ne semplifica il testo e ce lo restituisce in forma godibile, trasformato in un racconto coinvolgente. Come dice Cicerone: “Nulla è più gradevole della brevità, facile da leggere e chiara.”