L’evoluzione umana è avvenuta grazie alla combinazione fra accumulazione ed utilizzazione di energia prodotta dagli alimenti ottenuti in un ambiente ostile. Nel tempo la situazione si è capovolta: gli alimenti diventano di largo consumo, tende a sparire l’impegno fisico per intensità e durata e, in compenso, appaiono stress e insoddisfazioni esistenziali nella quasi immobilità dei corpi. Nei Paesi ricchi si manifesta l’assillo delle diete, delle palestre, di limitare i danni alla salute dovuti ad una iperalimentazione e alla scarsa mobilità fisica, nei Paesi poveri il problema è opposto. L’obesità si avvia ad assumere i caratteri dell’epidemia: dagli anni ‘80 gli obesi aumentano fino a raggiungere un tasso doppio, l’obesità diviene ben visibile. Il fenomeno raggiunge i Paesi in via di sviluppo man mano che l’alimentazione, gli stili di vita e le condizioni di lavoro si uniformano al mondo occidentale. In definitiva, l’origine dell’obesità è multifattoriale: dominanti ambientali e culturali ed una incerta componente genetica. Che cosa si può fare per prevenire, combattere e curare l’obesità? Informare in modo capillare e costante tutta la popolazione cercando di seminare il concetto di prevenzione che sovrasta qualsivoglia terapia “a posteriori”, proporre una riorganizzazione del proprio modo di agire per perdere abitudini dannose, creare occasioni di movimento fisico, adottare norme dietetico-comportamentali, compensare diversamente o cercare la risoluzione di conflitti interiori e stati d’ansia, rivolgersi a centri medico-chirurgici dedicati al trattamento dell’obesità.