La montagna è il luogo fisico in cui la natura si lascia andare, si scatena ed espira tutta la sua energia primordiale, in una maniera che quasi in nessun altro luogo le è permessa. Accoglie l'incontro di forze e di magnetismi che sembrano favorire finanche l'esistenza di creature fantastiche, intrecci surreali, figli e madri del nostro mondo onirico. Un territorio dove tutto è possibile, se ci si lascia risucchiare da atmosfere più antiche e vere, dense di sapori di una nudità quasi sciamanica. La montagna è anche dunque lo spazio psicologico ed emozionale dove una parte di noi stessi si rifiuta di andare, dove in alternativa ama penetrare e lasciarsi irretire, ma anche un terreno di battaglie feroci dalle quali si può uscire vittoriosi o sconfitti. È il mistero, che si può ignorare restando lontani. È una zona di semi oscurità da cui è difficile non essere tentati. Quello che vi può essere oltre, non ci è dato saperlo finché non avremo compiuto l'impresa. Ma non importa cosa troveremo – orrore, meraviglia o vuoto – perché sarà l'impresa stessa ad averci tenuti vivi e pulsanti.