Due drammi sconvolgono il mondo. Dal giorno in cui il cristianesimo ha detto all'uomo: "Tu sei doppio, composto di due esseri, l'uno carnale e perituro, l'altro etereo ed immortale", l'uomo ha cominciato a sperare. In seguito un immenso entusiasmo ha elettrizzato tutto il suo essere nella certezza assoluta di trovare, fuori di questa terra, la ricompensa del suo sacrificio e delle sue sofferenze. Oggi un altro dramma si svolge: la lotta a favore o contro l'uomo, che si persegue con una pericolosa tensione. Due ideologie si affrontano in apparenza inconciliabili: qui difesa dei diritti della persona umana e della sua dignità; la negazione dell'individuo a profitto dello Stato onnipotente. Qui degli esseri pensanti la cui qualità può esser sviluppata in libertà; là degli elementi organizzati in una disciplinata collettività. Eterno contrasto fra carattere personale e quantità bruta. Riflettete bene che tutti abbiamo un carattere personale, che i nostri sforzi costanti devono tendere a sviluppare per il massimo vantaggio nostro e della società. Consideriamo la nostra epoca clinicamente. Tutta l'umanità subisce una vera rivoluzione nella quale appare una inversione degli elementi generalmente considerati come valori. Questa rivoluzione, questa inversione che ha l'apparenza di un vero caos, non è che la manifestazione di una tappa nell'evoluzione dell'uomo, tappa che, considerata nello spazio e nel tempo, non può essere che un episodio nella storia dell'umanità. L'evoluzione degli esseri umani ci appare come immanente e irreversibile; essa costituisce un avanzamento, non diciamo un progresso. Studiando il passato troviamo in epoche lontane analoghi sconvolgimenti in cui l'ineluttabile progredire sboccò in periodi di stabilità. Avviene come in una dura ascensione alpinistica: dopo avere faticosamente scalato morene e ghiacciai, l'alpinista estenuato arriva su un pianoro dove finalmente può riposarsi. Dobbiamo comprendere questa evoluzione di cui gli attuali avvenimenti sono così sconvolgenti: dobbiamo afferrarne il senso per adattarvisi, meglio ancora dobbiamo aiutarla. Se ci opponessimo saremmo colpiti o addirittura distrutti. Noi non dobbiamo parteggiare, ma abbiamo un dovere: quello di osservare, di considerare e di vedere; comprendiamo allora subito la vanità di questi movimenti ideologici che si mettono uno contro l'altro per assicurare attraverso mezzi diversi la felicità dell'uomo, mentre entrambi mostrano una eguale ignoranza dell'essere umano e della sua missione. È un fatto che l'umanità è molto malata. Da ogni parte le sono presentati dei falsi rimedi tutti più o meno tossici. In tutti i paesi l'uomo, misero, soffre e disperatamente si affanna per assicurarsi l'esistenza. Ma la sua più grande miseria è data dall'ignoranza di sé stesso. La falsa conoscenza dell'umano è la fonte di tutti gli attuali turbamenti sociali. La funzione del medico omeopatico deve aggiungersi ad una funzione sociale.