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Le configurazioni del sapere epistemico e le ontologie ermeneutiche si sono concentrate solo sull'ontica, sulle entità narrate. L' interpretanza ermeneutica ed intenzionale non si cura di offrire una fondatezza alla nuova epistemica, alla physis immaginaria, alla temporalità ontologica; men che mai dà fondamenta alla struttura ontologica dell'opera d'arte L'ontologia classica ha eluso la fondatezza non matematica della matesis, la fondatezza non logica del logos, quella non mitica del mitos, la non epistemica dell'epistemè, la non tecnica della technè, la fondatezza non seriale dell'opera…mehr

Produktbeschreibung
Le configurazioni del sapere epistemico e le ontologie ermeneutiche si sono concentrate solo sull'ontica, sulle entità narrate. L' interpretanza ermeneutica ed intenzionale non si cura di offrire una fondatezza alla nuova epistemica, alla physis immaginaria, alla temporalità ontologica; men che mai dà fondamenta alla struttura ontologica dell'opera d'arte L'ontologia classica ha eluso la fondatezza non matematica della matesis, la fondatezza non logica del logos, quella non mitica del mitos, la non epistemica dell'epistemè, la non tecnica della technè, la fondatezza non seriale dell'opera d'arte. È utile intraprendere perciò il sentiero interrotto dell'ontologia dell'opera d'arte: la Seinweg e, sintagmaticamente, gli studi e le ricerche dell'ontologia del mito tra sapere epistemico, interpretanza ermeneutica ed intenzionale, temporalità e topologia. Il testo delinea un modello che vede il mito come un sistema autopoietico instabile e in trasformazione.