In “Opera di clessidra”, passato, presente e futuro si intrecciano e fondono in una dimensione di riferimento personalissima. Il ricordo è riscatto del tempo trascorso; la memoria, un antidoto all’istante che fugge; la propria sofferta maturazione è affrancamento dalle “distonie” del vissuto e abbandono al presente che evolve. Il valore della propria esperienza umana è una ricchezza da custodire per preservare, quotidianamente, la propria conquistata libertà intellettuale e mantenere intatta la sua identità, anche quando il “prezzo da pagare” è il rifugio, benché temporaneo, in una solitudine è vista come “condizione” indispensabile e necessaria alla propria crescita.