Ogni volta che ho potuto ho fotografato i miei spettacoli. Non sempre ho potuto. Della Tosca all’Alfieri di Asti non ho foto, tranne qualche scatto all’orchestra in prova. Non ho foto delle Nozze al Magnani di Fidenza. Non ho foto della Bohème di Prato, del Don Giovanni agli Impavidi di Sarzana, della Traviata alla Cittadella di Alessandria, del Campanello a Pordenone... Quelle volte ero troppo preso dalle luci e dalla regia.
Non ho foto delle decine di spettacoli che ho diretto al Comunale di Alessandria fino al 1997.
Tutti quegli spettacoli per me sono meno reali. Stanno in un posto dove non posso raggiungerli se non con la sempre più rarefatta memoria.
Teatro e fotografia si completano. Il teatro è effimero per natura. La fotografia fissa l’attimo fuggente e lo rende uguale a se stesso per sempre.
Guardando le foto dei miei spettacoli che ho,
ho l’impressione che quegli spettacoli non siano ancora svaniti.
Non ho foto delle decine di spettacoli che ho diretto al Comunale di Alessandria fino al 1997.
Tutti quegli spettacoli per me sono meno reali. Stanno in un posto dove non posso raggiungerli se non con la sempre più rarefatta memoria.
Teatro e fotografia si completano. Il teatro è effimero per natura. La fotografia fissa l’attimo fuggente e lo rende uguale a se stesso per sempre.
Guardando le foto dei miei spettacoli che ho,
ho l’impressione che quegli spettacoli non siano ancora svaniti.