Il fulcro del libro è che la parola è fatta per essere parlata e solo secondariamente scritta. Una osservazione che potrebbe apparire come una banale ovvietà, la cui riscoperta si trova però al centro di una serie di studi abbastanza recenti, ma ormai divenuti “classici”. La parola “parlata” rimanda ad un Parlante, il quale deve essere vivo e contemporaneo. Questa parola è dotata di autorità, in quanto garantisce la presenza della «parola vera» (Sal 119,43) in mezzo a noi; il soggetto è un’autorità vivente che svolge una funzione fondamentale nella vita della Chiesa.