A differenza del commissario Montalbano, non mangia quasi mai al ristorante né tanto meno in trattoria; ama e apprezza però la cucina raffinata e non preparerebbe mai un piatto senza l'aiuto del suo fidato cuoco Fritz Brenner. Appassionato lettore, non userebbe mai un libro per accendere il fuoco come fa invece Pepe Carvalho e non concluderebbe mai un pranzo accendendosi la pipa come il commissario Maigret. Nero Wolfe può dunque definirsi una sorta di moderno Sherlock Holmes, con al fianco il fidato Archie Goodwin nei panni di un dottor Watson certamente più atletico, più intraprendente e sicuramente più sensibile al fascino femminile. Detective tra i più originali della letteratura gialla essenzialmente per due motivi: il modo con cui conduce le indagini, non uscendo "quasi" mai dalla sua grande casa in arenaria di Manhattan e la passione con cui cura le sue diecimila orchidee. Resta però un elemento che lo accomuna ad alcuni famosi investigatori: l'amore per il cibo. Sei proposte di menù, sei come il numero massimo di persone che Wolfe sopporta a tavola. Un itinerario gastronomico che vuole non solo suggerire alcune delle ricette più amate dal genio investigativo del n. 918 della 35ª Strada, ma provare a raccontare anche i lati più affascinanti della sua complessa personalità.