Quanto è solida la certezza di noi stessi? Chi siamo davvero? Quello che facciamo ci appartiene realmente? Sono questi gli incessanti enigmi che accompagnano la vita del poeta; domande che, come un acido gettato sulle cose, hanno lo scopo di essenzializzarle, metterle alla prova, rivelarne la natura. L'autore in questo suo percorso poetico, compie una vera e propria attività corrosiva, un'azione di spietata verifica per cercare disperatamente di ascoltare quella voce interiore che tutti noi tentiamo di nascondere tra i rumori assordanti della quotidianità, ma che puntualmente torna ad emergere da quell'oscurità istigata. In un certo senso, la contraddizione, il dubbio, lo stravolgimento della vita, sono le uniche cose che ne rendono possibile il trovarne un senso. L'essere umano, però, pensa perché è in grado di negare il dato immediato dell'esperienza, della sensibilità, dell'istinto; trovare il senso, quindi, sta in realtà nel rendersi disponibili al non senso. Lo scopo principale dell'essere umano, infatti, è arrivare quanto più possibile ad una coscienza il più intima concepibile con il nostro ego profondo, quello celato tra le mura della società. Avere coscienza, infine, altro non è che possedere saggezza e la saggezza derida dall'avere per ogni cosa una domanda. Quindi...