“Troverai più cose nei boschi che nei libri. Gli alberi e i sassi ti insegneranno cose che nessun uomo ti potrà dire.” Bernard di Clairvaux. Un ritorno a riscoprire il mondo “verde” immergendosi nella Natura. Questo è il messaggio che Roberto vuole proporre ai giovani. Riportare i giovani alla natura e alla terra, non è così scontato. Oggigiorno, i giovani vivono nell’ininterrotta attesa di informazioni sempre nuove, segnalate da vibrazioni e dai suoni più svariati dei telefonini, dotati non più solo di sms, ma di tutti gli strumenti di comunicazione messi a disposizione da internet (Facebook, Twitter, Chat, YouTube, Instagram, ecc...) GIOVANI E NATURA: UN CONNUBIO VINCENTE? La natura può essere considerata una risorsa di inestimabile valore, poiché offre stimoli, che non possono essere riprodotti artificialmente e questo contribuisce allo sviluppo fisico e cognitivo e promuove un comportamento più attivo, sociale e partecipativo con effetti positivi sulla salute fisica e mentale immediati e a lungo termine. Ed è per questo che la parte finale del libro è dedicata a pratiche da esperire in Natura.
L’opera ceramica intitolata: “L’Urlo silenzioso,” è una scultura originale ed unica: realizzata in argilla refrattaria bianca; si manifesta palesemente contemporanea, dall’aspetto dettagliato e viscerale. Fra pandemia e tecnologia, una scultura agambeniana, “fa parte della barbarie tecnologica che stiamo vivendo la cancellazione dalla vita di ogni esperienza dei sensi e la perdita dello sguardo, durevolmente imprigionato in uno schermo spettrale.” L’uomo, per quanto ne può sapere, non deve dimenticare ciò che è… non deve perdere la sua ”umanità.”
L’opera ceramica intitolata: “L’Urlo silenzioso,” è una scultura originale ed unica: realizzata in argilla refrattaria bianca; si manifesta palesemente contemporanea, dall’aspetto dettagliato e viscerale. Fra pandemia e tecnologia, una scultura agambeniana, “fa parte della barbarie tecnologica che stiamo vivendo la cancellazione dalla vita di ogni esperienza dei sensi e la perdita dello sguardo, durevolmente imprigionato in uno schermo spettrale.” L’uomo, per quanto ne può sapere, non deve dimenticare ciò che è… non deve perdere la sua ”umanità.”