La collana Sapere urbano dell’Editore Pellegrini si arricchisce di un’altra pubblicazione dello scrittore Emilio Tarditi dal titolo Paesaggi e storia in Calabria. Cosenza, luoghi e identità (Cosenza, 2017, pp. ,) e prefazione a cura di Salvatore Di Fazio.
Il volume è composto da due parti: la prima tratta argomenti relativi alla natura e alla storia dei paesaggi della Calabria, in particolare dell’alto Jonio cosentino, della Costa Viola con i suoi tipici terrazzamenti, dello stato del mare e della qualità dell’offerta turistica. Molto interessante è il capitolo dedicato alla tutela del paesaggio italiano, e calabrese in particolare, che il poeta Andrea Zanzotto ha definito “un immenso donativo”, che va necessariamente salvaguardato dalle aggressioni e dalle brutali offese.
L’autore, che già in passato ha dedicato diversi saggi alla Calabria, dimostra un’approfondita conoscenza dei problemi che la affliggono: dall’erosione delle coste al sistema di depurazione delle acque reflue, dalla speculazione edilizia al maltrattamento del territorio collinare e pianeggiante.
I segni del mancato rispetto della natura sono presenti ovunque. L’opera di risanamento che la Calabria dovrà fare non sarà né facile né indolore, dovendosi intervenire con decisione in tutti quegli ambiti in cui le alterazioni morfologiche, unite alla scempiaggine volontaria incontrollata, hanno di fatto imbruttito luoghi naturali bellissimi che sono stati profanati con superficiale leggerezza e colpevole irresponsabilità.
Nella seconda parte, con mano felice, l’autore in sette capitoli coglie l’identità dei luoghi della Cosenza antica e nuova, conducendo il lettore per le vie ed i vicoli dei quartieri in cui fino a pochi decenni fa era molto viva la vita cittadina. Dalla confluenza dei fiumi Crati e Busento che colpì per la sua singolare bellezza paesaggistica scrittori italiani e stranieri giunti a Cosenza, al Corso Telesio, già via dei Mercanti, molto animato fino alla prima metà degli anni Sessanta, al Duomo, ai palazzi nobiliari, alla piazza XV Marzo con la vicina villa comunale, ai ponti che collegano i vari quartieri, al panoramico Corso Plebiscito cha s’affaccia sulla valle del Crati, alla cupola della chiesa di San Domenico.
Le piazze dell’ex Stazione ferroviaria, intitolata all’antifascista Giacomo Matteotti, ieri molto importante per l’arrivo dei treni nel centro della città, e la non meno nota piazza della Riforma sono vagheggiate con un trasporto sentimentale che il lettore non tralascerà di cogliere, considerato che sia l’una che l’altra hanno rappresentato per ogni cosentino luoghi vissuti.
L’autore non ha trascurato l’aspetto storiografico sulla città di Cosenza, aggiungendo un’interessante notazione dall’età medievale ai giorni nostri, molto utile al lettore alla ricerca di fonti cui attingere. Infine, extra moenia, a dimostrazione di quanto sia importante la letteratura per la civiltà di ogni popolo, Tarditi ci offre un’occasione culturale di elaborata finezza delle opere e degli autori calabresi.
Il volume è composto da due parti: la prima tratta argomenti relativi alla natura e alla storia dei paesaggi della Calabria, in particolare dell’alto Jonio cosentino, della Costa Viola con i suoi tipici terrazzamenti, dello stato del mare e della qualità dell’offerta turistica. Molto interessante è il capitolo dedicato alla tutela del paesaggio italiano, e calabrese in particolare, che il poeta Andrea Zanzotto ha definito “un immenso donativo”, che va necessariamente salvaguardato dalle aggressioni e dalle brutali offese.
L’autore, che già in passato ha dedicato diversi saggi alla Calabria, dimostra un’approfondita conoscenza dei problemi che la affliggono: dall’erosione delle coste al sistema di depurazione delle acque reflue, dalla speculazione edilizia al maltrattamento del territorio collinare e pianeggiante.
I segni del mancato rispetto della natura sono presenti ovunque. L’opera di risanamento che la Calabria dovrà fare non sarà né facile né indolore, dovendosi intervenire con decisione in tutti quegli ambiti in cui le alterazioni morfologiche, unite alla scempiaggine volontaria incontrollata, hanno di fatto imbruttito luoghi naturali bellissimi che sono stati profanati con superficiale leggerezza e colpevole irresponsabilità.
Nella seconda parte, con mano felice, l’autore in sette capitoli coglie l’identità dei luoghi della Cosenza antica e nuova, conducendo il lettore per le vie ed i vicoli dei quartieri in cui fino a pochi decenni fa era molto viva la vita cittadina. Dalla confluenza dei fiumi Crati e Busento che colpì per la sua singolare bellezza paesaggistica scrittori italiani e stranieri giunti a Cosenza, al Corso Telesio, già via dei Mercanti, molto animato fino alla prima metà degli anni Sessanta, al Duomo, ai palazzi nobiliari, alla piazza XV Marzo con la vicina villa comunale, ai ponti che collegano i vari quartieri, al panoramico Corso Plebiscito cha s’affaccia sulla valle del Crati, alla cupola della chiesa di San Domenico.
Le piazze dell’ex Stazione ferroviaria, intitolata all’antifascista Giacomo Matteotti, ieri molto importante per l’arrivo dei treni nel centro della città, e la non meno nota piazza della Riforma sono vagheggiate con un trasporto sentimentale che il lettore non tralascerà di cogliere, considerato che sia l’una che l’altra hanno rappresentato per ogni cosentino luoghi vissuti.
L’autore non ha trascurato l’aspetto storiografico sulla città di Cosenza, aggiungendo un’interessante notazione dall’età medievale ai giorni nostri, molto utile al lettore alla ricerca di fonti cui attingere. Infine, extra moenia, a dimostrazione di quanto sia importante la letteratura per la civiltà di ogni popolo, Tarditi ci offre un’occasione culturale di elaborata finezza delle opere e degli autori calabresi.